fbpx

L’edicola green. Uno spazio ritrovato

L’edicola green. Uno spazio ritrovato

L'edicola Green. Uno spazio ritrovato

Negli ultimi quindici anni, i dati relativi alla chiusura delle edicole, riportano statistiche decisamente sconfortanti, dal 2001, 13 mila edicole, circa un terzo del totale, hanno chiuso. Tra le cause primarie, l’avvento e la diffusione a macchia d’olio del digitale.

Basta un’occhiata veloce nelle metropolitane delle nostre città per verificare la quantità di smartphone e tablet nelle mani delle persone, rispetto al “foglio”. C’è chi sostiene che la motivazione risiede anche nell’allineamento editoriale che non spinge i cittadini a curiosare tra le novità editoriali o a continuare a frequentare il tempio dei giornali.

Un lavoro che sicuramente nel passato assicurava una vita più che dignitosa, a fronte, di sacrifici di orari (basta pensare all’orario di apertura), alle condizioni atmosferiche e alle lunghe ore trascorse dietro l’espositore. Oltre ai giornali ed agli oggetti tipici del settore, a partire degli anni ’80, le edicole iniziarono a popolarsi di videocassette, di CD e di DVD negli anni “90. Anch’essi, particolarmente mortificati dall’uso massiccio di Internet che ha procurato significativi smottamenti nelle abitudini dei consumatori. Poco prima del web, rivale delle edicole, fu la freepress, anch’essa falciata da Mr. Web.

L’edicolante di fiducia, personaggio quasi letterario, costituiva un autentico punto di riferimento per il consumatore. L’acquisto quotidiano generava in modo naturale un autentico rapporto umano. L’edicolante consiglia sui nuovi prodotti, commenta le notizie. Spesso si scambiano opinioni e si suggellano amicizie.

Eppure, anche in questo settore su cui sembra essersi abbattuta la “tempesta perfetta” dei new media, c’è chi intravede un’ottima opportunità lavorativa.

Non mera retorica, ma effettiva assertività quella che ritroviamo nelle parole di Alessandro Gianmaria Ferri che ha deciso di investire nel ramo delle edicole. Un sognatore idealista? Non ci sembra dal suo aspetto in linea con i tempi e il gesto persuaso di aver individuato la via giusta.

“L’edicola è un luogo aggregante per il quartiere. Un punto di ritrovo e di contatto umano per le persone di una comunità, come quella che rappresenta il quartiere”, ci spiega Alessandro. “Chi ha voglia e possibilità di investire, l’edicola, oggi come oggi rappresenta un terreno fertile. Uno spazio dove convogliare prodotti vecchi e nuovi in cui, clienti di età diverse possono identificarsi e trovare attraenti”.

Giochi per bambini, fumetti per ogni generazioni, libri. Un bazar del terzo millennio a cui è facile accedere e ricrearsi. “L’impegno e il sacrificio”, ovviamente fanno parte della scommessa di vedere un’impresa crescere, sottolinea il giovane “restauratore” di edicole. Di professione chef, sta scommettendo su un mercato considerato “in disuso”. Non è un caso che abbiamo conosciuto Alessandro. Ci hanno attratto le sue serrande d’arte e una sorta di aiuola su strada che accoglie i visitatori.

Gli chiedo come ha deciso di decorare le quattro ampie saracinesche dell’edicola e mi racconta di come era stanco delle scritte “vandalo-graffitare” su di esse che sviliscono e ingrigiscono sia l’edicola che l’ambiente circostante.

Pittura, arte, verde, un trinomio che non può non colpire in un tessuto urbano spesso disattento alle esigenze estetico-sociali dei suoi abitanti. Le immagini ispirati ai super eroi della Marvel indicano il mondo del fumetto, trasversale ad ogni età. Un ricordo al nonno nella scritta del giornale che tiene in mano Superman.

La cura dello spazio urbano in ogni sua declinazione permette ai cittadini di riappropriarsi del proprio territorio in modo attivo e dinamico in una dimensione quotidiana. Una nota disarmonica per il mondo dei giovani, il fatto che non sia riuscito a trovare un aiutante per le prime ore del mattino poiché nessuno si è sentito di alzarsi presto la mattina.

Mentre compro il giornale, ascolto per caso la conversazione di un giovane pediatra che ha lo studio vicino all’edicola con un altro cliente e racconta di come i bambini nella sua sala d’aspetto chiedono alle mamme e ai papà di passare  all’edicola green per l’acquisto di un oggetto del desiderio. Giocattoli, palloni, riviste, giornali, pupazzi, cartoline, collezioni rare, riviste, giornali, dvd. Un caleidoscopio di piccoli e grandi oggetti, popolano la nuova attrazione di viale Aeronautica nel cuore del quartiere Eur di Roma.

Un esempio di mestieri del passato che ritornano in veste nuova e che ci auguriamo siano da stimolo per non mollare (in senso lato). In una società digitalizzata in ogni suo comportamento e manifestazione, il luogo-non luogo dell’edicola ritrovata può rappresentare innovazione urbana e sociale.

L’iniziativa imprenditoriale del terzo millennio non riposa sola nella sua funzione “nucleare” ma si espande e va incontro all’immaginazione delle persone. Si immedesima negli interessi e nei gusti dell’altro. I servizi, l’estetica, la funzionalità, sono elementi fondamentali per il cliente X che oltre il prodotto, cerca  l’incontro.

 

Edicolee100

Lascia un commento